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PERCHE' LO SPORT E' UNA PASSIONE E NON C'E' NULLA DI MEGLIO CHE FARE DELLA PROPRIA PASSIONE LA PROPRIA PROFESSIONE!

WELLNESS LIFE STYLE FOR EVER!!!

SE SIETE ALLA RICERCA DI CONSIGLI PRATICI SULLA MATERIA DELLO SPORT E DEL BENESSERE FISICO QUESTO E' IL BLOG CHE FA PER VOI. TROVERETE ALL'INTERNO NUMEROSI POSTS SU ARGOMENTI PIU' DISPARATI, RELATIVI OVVIAMENTE ALL'AMBITO SPORTIVO.....NON ESITATE A CONTATTARMI ALL'INDIORIZZO E-MAIL STO_SERENA@HOTMAIL.IT ANCHE PER INTRAPRENDERE UN PERCORSO DI ALLENAMENTI PERSONALIZZATI!

sabato 30 gennaio 2010

Mangiare senza ingrassare?tutto merito della serotonina.

E’ decisamente il sogno di tutte noi donne: mangiare tutto ciò che ci fa gola senza mai doverci preoccupare della linea. E con grande disappunto di molte, per alcune questo sogno è realtà. Tutte infatti abbiamo almeno un’amica, invidiata ci tocca ammetterlo, che pur concedendosi il lusso di soddisfare il proprio insaziabile appettito non mette su neppure un chilo di peso.
Ma quale sarà mai il suo segreto? Magari cerchiamo di scoprirlo da anni senza esserci mai riuscite. Infatti non potevamo. Almeno non senza essere ricercatrici della University of California di San Francisco. Un team di studiosi californiani, guidati dal giovane ricercatore Kaveh Ashrafi, ha scoperto infatti che i chili di troppo e l’obesità non dipendono necessariamente da abitudini alimentari errate, ma il rapporto tra la quantità di cibo assunta e l’aumento di peso potrebbe essere regolato dalla quantità nel sistema nervoso di un neurotrasmettitore: la serotonina.
Lo studio, pubblicato sull’ultimo numero della rivista scientifica Cell Metabolism, è stato condotto in realtà su un nematode (un verme), il Caenorhabditis Elegans, di frequente impiegato nei protocolli sperimentali, ma, affermano i ricercatori, se i risultati venissero confermati anche sugli esseri umani potrebbero avere una portata addirittura rivoluzionaria e condurre alla elaborazione di strategie anti-obesità che intervengono in maniera diretta sul metabolismo.
La serotonina è una sostanza il cui equilibrio si è già mostrato fondamentale per la nostra salute mentale: sue alterazioni hanno un ruolo nell’ambito di patologie psichiche come i disturbi dell’umore e, secondo alcuni studi, l’anoressia e la bulimia. Adesso questa nuova ricerca ne confermerebbe la centralità nella regolazione del metabolismo: la serotonina infatti potrebbe essere coinvolta nel mantenimento del peso ideale regolando l’equilibrio fra quantità di cibo ingerita ed un’attività metabolica elevata.
Non resta quindi che attendere per scoprire se la lotta al sovrappeso dovrà ancora essere condotta a tavola o si trasferirà in laboratorio.

fonte:"http://www.medicinalive.com/medicina-tradizionale/ricerca-e-sperimentazione/mangiare-senza-ingrassare-tutto-merito-della-serotonina/"

giovedì 28 gennaio 2010

Niente sport con il ciclo?????????????

"Ho sospeso per una settimana gli allenamenti perchè avevo il ciclo....."
Ecco quello che mi dicono le mie allieve quando per una settimana al mese non vengono a lezione,arroccate nella falsa convinzione che fare sport con le mesturazioni sia nocivo per la donna,in realtà la funzionalità globale della donna in corso di mestruazioni è esattamente uguale alla condizione normale!CI SONO ATLETE CHE HANNO PARTECIPATO ALLE OLIMPIADI CON IL CICLO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Ecco un interessante articolo,tratto da:"http://www.vivailfitness.it/allen_ciclo.htm"che ci servirà a saperne di più.......

Durante il ciclo mestruale non esistono controindicazioni mediche alla pratica di qualunque sport, se non quelle dettate dal buon senso, occorre sfatare l’immagine della donna indebolita dalle mestruazioni, spesso le limitazioni sono dettate da freni psicologici. Il problema esiste solo in caso di forti dolori (dismenorrea) o di eccessive perdite ematiche (menorragia). La produzione di endorfine, indotta dall’attività muscolare, può essere di grande aiuto per contenere il dolore durante il primo giorno di mestruazioni, a tal proposito, consigliamo, per chi è abituato ad allenarsi, un lavoro più blando del solito e, per chi non si allena regolarmente, una passeggiata, anche in bicicletta, o esercizi di stretching e respiratori o anche una nuotata a basso ritmo in piscina. Per poter praticare tranquillamente un’attività sportiva, in questi giorni è necessario l’utilizzo di un assorbente interno, ma molte donne hanno ancora delle remore al riguardo, cosa che, per un’atleta, può rivelarsi un grosso limite. Le mestruazioni abbondanti creano sicuramente più problemi a chi pratica discipline di durata, dove una carenza di ferro o un abbassamento dei valori dell’emoglobina incidono in modo negativo sulla prestazione. In base ai dati statistici, si può affermare che le atlete più giovani, che ancora non hanno avuto figli e che praticano attività di lunga durata, sono molto più frequentemente soggette a fastidi di irregolarità nel ciclo. Le mestruazioni possono essere disturbate da: carichi di lavoro eccessivi con notevole stress fisico, calo improvviso del peso corporeo, forte stress mentale e psicologico. Il rapporto mestruazioni/performance è molto personale, ci sono sportive che hanno fatto il loro record di sempre nel primo giorno di mestruazioni, altre che in situazioni analoghe bucano sempre la gara ed altre che utilizzano la pillola per regolare e programmare il ciclo in funzione delle gare più importanti.
Nella programmazione degli allenamenti, può risultare utile, ad una donna, organizzare gli esercizi in relazione alle varie fasi del ciclo ovarico, che, per esempio, in considerazione dei tempi di rilascio ormonale, determina periodi in cui può essere vantaggioso un certo tipo di lavoro e situazioni in cui lo è un altro. Il ciclo ovarico, che viene indotto dagli ormoni dell’asse ipotalamo (zona del cervello che controlla diverse attività, fra cui quelle sessuali) - ipofisi (ghiandola endocrina, cioè a secrezione interna, che controlla l’attività di tutte le altre ghiandole endocrine), ha una durata media di 28 giorni.
Per un meccanismo di effetto di ritorno, è, a sua volta, l’attività endocrina delle ovaie stesse che influenza quelle dell’ipotalamo e dell’ipofisi. Possiamo distinguere, all’interno del ciclo ovarico, 5 fasi:
-fase mestruale, caratterizzata dalla presenza di estrogeni (ormoni che agiscono sullo sviluppo dei caratteri femminili e sul ciclo mestruale) e progesterone (ormone che ha la funzione di mantenere intatta la mucosa uterina durante la gravidanza e che favorisce, inoltre, l’impianto dell’ovulo;
-fase post-mestruale, in cui è presente l’ormone FSH (o ormone follicostimolante, è prodotto dall’ipofisi anteriore, nella donna ha la funzione di stimolare la crescita dei follicoli ovarici e di indurre la produzione di estrogeni con ciclicità mensile);
-fase ovulatoria, contraddistinta dagli ormoni FSH e LH (o ormone luteinizzante, nella donna regola l’attività delle ovaie sia dal punto di vista ormonale, sia per quanto riguarda la funzionalità degli ovociti);
-fase post-ovulatoria, con gli ormoni LH e progesterone;
-fase pre-mestruale, in cui, insieme all’ormone LH, vi è una notevole presenza di estrogeni e progesterone.
L’andamento ormonale del ciclo condiziona, nella donna, le capacità di prestazione, rendendo utile una pianificazione degli allenamenti in considerazione delle diverse situazioni ormonali.
Nella fase mestruale è consigliabile un lavoro leggero, in quanto l’abbondante eliminazione di sangue e quindi di ferro induce ad una condizione di anemia.
Nella fase post-mestruale, la presenza di FSH porta ad aumenti di attenzione, di concentrazione, di coordinazione e soprattutto di forza, è preferibile, quindi, un allenamento che sfrutti questa al massimo questa circostanza.
Nella fase ovulatoria è, invece, vantaggioso lavorare al miglioramento delle capacità aerobiche, in quanto ci si trova in una situazione in cui vi è la massima capacità del sangue a saturare l’emoglobina, fondamentale per il trasporto dell’ossigeno.
La fase post-ovulatoria, come quella post-mestruale, è caratterizzata da eccellenti condizioni di forza, ma anche psicologiche e mentali.
La condizione nella fase pre-mestruale è simile a quella mestruale, per cui è meglio non spingere al massimo, ma curare particolarmente l’elasticità muscolare e la mobilità articolare.
Alla luce di queste considerazioni risulta senza senso, per esempio, programmare una settimana di scarico in coincidenza con le fasi post-ovulatoria e post-mestruale o allenare la forza durante la fase mestruale; una attenta pianificazione atletica non può non tenere conto degli effetti ormonali e psicologici correlati alle varie fasi del ciclo ovario della donna

mercoledì 27 gennaio 2010

Sport:uomini e donne a confronto

È sempre esistita la figura dell’uomo forte, potente e della donna minuta, gracile e per questo motivo, inadeguata allo sport.Ma oggi è ancora così?Ora le donne frequentano le palestre, praticano sport ad alto livello e sembra ormai che lo stereotipo per cui lo sport è "maschio", sia stato finalmente archiviato.
È evidente che esistono notevoli differenze fisiche: uomini e donne hanno abilità e peculiarità proprie. Mettiamole alla prova in un'ipotetica "gara"… chi vincerà?
Cominciamo con la resistenza…Sembra proprio che gli sport di durata siano adatti al fisico femminile.Infatti, se sotto sforzo la donna sviluppa poco più della metà della potenza maschile, per quanto riguarda il consumo di ossigeno, rapportato al peso corporeo, le atlete allenate a discipline di fondo (come ciclismo, sci di fondo e maratona) mostrano valori molto alti.DONNA = 1 UOMO = 0
Ora mettiamo alla prova la forza muscolare!Molti studi hanno dimostrato che la forza, nella donna adulta, è solo di poco superiore alla metà di quella maschile. Per quanto riguarda la durata dello sforzo e il consumo energetico l’uomo è in netto vantaggio.DONNA = 0UOMO = 1
E le prestazioni atletiche?L' uomo otterrà sempre prestazioni più elevate, grazie alla maggiore forza muscolare.Ma a questo riguardo, c'è una curiosità nel mondo femminile: molti record nelle categorie giovanili, in sport aerobici (come il nuoto), sono raggiunti da atlete intorno al quattordicesimo anno di età. Questo perché le donne raggiungono prima degli uomini il massimo consumo di ossigeno per chilogrammo di peso corporeo: i maschi ci arrivano verso i 16/18 anni di età, le ragazze invece, superano il loro limite, verso i 12/14 anni.DONNA = 0UOMO = 1
Tiriamo le sommeConcludendo, chi fra i due sessi è il più bravo? Se nella resistenza le abilità femminili superano quelle maschili, per quanto riguarda la forza muscolare e le prestazioni atletiche, gli uomini eccellono, questo ovviamente non impedisce alle donne di praticare sport ad altissimi livelli ed ottenere risultati che in diversi sport si avvicinano di molto a quelli maschili.

fonte:(http://www.bellezza.it/donne/fit/obietti/dfitconf.html)

martedì 26 gennaio 2010

Un pò di consigli per la vostra forma fisica.

Ecco dieci regole utili nella lotta contro il grasso:
1) quantificare il dispendio calorico considerando il metabolismo di base e le attività svolte: sia lavorative che atletiche, cercando di assumere circa 500 calorie in meno; in nessun caso pretendere di dimagrire più di 700-800 grammi la settimana.
2) non esagerare con la riduzione delle calorie, prima del grasso si rischia di perdere massa muscolare, inoltre il corpo per autodifesa rallenterà il metabolismo, ed in ogni caso le zone dove vi è più necessità sarebbero le ultime a perdere grasso; fare lavorare il corpo associando una buona dieta equilibrata all’esercizio fisico, senza avere fretta, sarà la costanza, insieme ad un corretto stile di vita, la vostra arma migliore.
3) ridurre, ma non eliminare completamente l’assunzione dei grassi (almeno circa il 15% delle calorie dovrebbe derivare comunque dai grassi), preferire quelli di origine vegetale che apportino acidi grassi insaturi.
4) bruciare almeno 300 calorie al giorno con l’esercizio fisico, alternando gli allenamenti aerobici alle sedute con i pesi, l’ideale sarebbe 3+3 volte alla settimana (un allenamento intenso con i pesi di circa 1 ora 3 volte alla settimana provoca un aumento della massa magra tale da accelerare il ritmo metabolico di base anche del 7%).
5) consumare 6 pasti bilanciati al giorno con proteine e carboidrati complessi, tale sistema nutrizionale sostiene il ritmo metabolico e mantiene stabile il livello di zucchero nel sangue. In ogni caso i pasti piu’ importanti dovranno essere la prima colazione e il pasto post allenamento.
6) come fonte di carboidrati preferire sempre cibi a basso indice glicemico, che forniscano zuccheri complessi, piuttosto che zuccheri semplici (che innalzano la glicemia); il momento migliore per assumere un pasto ricco di carboidrati e’ circa 1 ora dopo l’esercizio fisico (il corpo li utilizzerà per rienergizzare il tessuto muscolare); infatti, se aumentiamo il livello di insulina quando i depositi di carburante sono vuoti, come per esempio dopo un allenamento, le sostanze nutritive saranno indirizzate nelle cellule delle fibre muscolari, viceversa se si aumenta tale livello quando le riserve energetiche sono piene, le sostanze saranno indirizzate verso le cellule grasse come riserva di energia.
7) cercare di mantenere costante la glicemia, è sbagliatissimo sottoalimentarsi per tutto il giorno e poi ingerire integratori di zuccheri semplici prima dell’allenamento. Dopo il lavoro muscolare, aspettate almeno un’ora prima di mangiare, per sfruttare al massimo gli effetti brucia grassi dell’attività fisica, che si possono protrarre anche per oltre 60 minuti.
8) mangiare molta verdura e fibra alimentare.
9) al fine di prolungare il metabolismo di tipo notturno, (alimentato dai grassi), indotto nel sonno dall’ormone della crescita (ormone che favorisce l’ossidazione dei grassi e il loro utilizzo come forma energetica), può essere vantaggioso svolgere appena alzati un allenamento aerobico. Tale attività potrebbe avvalersi quasi esclusivamente di energia fornita da grassi e, aspettando 1 ora prima di nutrirci, potremmo consumare le riserve di grasso non solo per il tempo dell’attività fisica, ma anche per gli ulteriori 60 minuti.
10) bere molta acqua (soprattutto non durante i pasti), assicurarsi di bere almeno 17 grammi di acqua per ogni mezzo chilo di peso corporeo, per mantenere le cellule idratate e per eliminare con più facilità gli scarti metabolici (che sono dei sottoprodotti naturali del consumo di grasso).
Per il dimagrimento possono essere di aiuto integrazioni adeguate e controllate con: carnitina, guaranà, tè verde, caffè, cromo picolinato, alga Kelp, chitosano, ortosifon, glucomannano e garcinia cambogia.

fonte:"http://www.vivailfitness.it/nozi.htm"

domenica 24 gennaio 2010

Sport due volte la settimana....è sufficiente?

Purtroppo è un lusso che posso concedermi solo la domenica,allargando così la schiera dei cosiddetti podisti del week end,purtroppo molte persone,come me(si lo so è strano a dirsi)non hanno tempo di fare sport come vorrebbero in settimana,i più volenterosi cercano di relegarlo ai due giorni o al giorno festivo.....La domanda che mi viene fatta più spesso è:"ha valenza anche una o due volte la settimana o non serve a nulla?
Senza dubbio 2 uscite settimanali - per un totale di almeno 20 km - sono meglio che non correre affatto, ma si rimarrà nell’impossibilità di arrivare a buoni traguardi agonistici. In tali casi, se non è l’agonismo la vostra priorità, ma solo mantenere uno stato di forma sufficiente, potreste impegnarvi in diverse direzioni, magari aggiungendo della ginnastica e rendendo il tutto anche un po’ più impegnativo, visto che con tre giorni di riposo il fisico ha tutto il tempo per recuperare.

giovedì 21 gennaio 2010

Perchè è importante il recupero fisico dopo l'allenamento?

IL RIPOSO O RECUPERO
Il corpo, dopo un estenuante allenamento con i pesi, ha bisogno di tempo e riposo per costruire i muscoli, vi sono due metodi diversi per recuperare alla fine di una seduta:
1)- attivo
come parte attiva, è considerato il “sonnellino” pomeridiano, della durata di 30-60 minuti, anche se alcuni soggetti, preferiscono dormire meno, per non sentirsi “intontiti” al risveglio.
2)- passivo.
Il recupero passivo, significa dormire abbastanza, con un ottima qualità del sonno, solitamente un buon riposo varia tra le 7 e le 8 ore continuative. Il dormire è un altro dei fattori che influenzano il progredire del body building. Se però l’allenamento è molto intenso, non è male fare un’ora in più di sonno extra. Durante questa fase, la muscolatura recupera e aumenta la sintesi proteica affinché possa verificarsi l’anabolismo, grazie anche all’ipofisi che, durante il sonno, secerne grandi quantità di ormone della crescita.
LA SUPERCOMPENSAZIONE
Questo principio è fondamentale nel body building, per quanto riguarda la crescita muscolare.
Durante la sessione di allenamento, sono utilizzati i nutrienti per dare energia, come proteine carboidrati, acqua, minerali e vitamine. Finita l’ultima serie della giornata, inizia il recupero, dove il corpo passa dal catabolismo (fase di distruzione muscolare) all’anabolismo (crescita muscolare).
Per rifornire i muscoli di energia, dovremmo fare pasti ricchi di proteine e con quantità moderate di carboidrati, questi sono i nutrienti principali per la crescita muscolare e il ripristino delle forze.
Nelle 24-36 ore successive alla seduta di allenamento, il primo traguardo dell’organismo è quello di ripristinare i nutrienti persi e riparare le fibre muscolari danneggiate.
L’ipertrofia (aumento delle fibre muscolari) si verificherà solamente alla fine di questi processi. Per aver una buona crescita, il segreto è trovare (come in tutte le cose ben fatte) il giusto rapporto tra allenamento e periodo di riposo. Se i periodo di riposo sono troppo brevi, l’ipertrofia non si sviluppa e rischiamo di incorrere nel superallenamento, e penso che tutti conosciamo i “danni” che comporta.
Molti si chiederanno: ma allora quanto dovrò riposarmi tra un allenamento e l’altro per avere un’ipertrofia ottimale?
Come mi dice sempre Federico, non esiste una risposta specifica, in quanto ogni individuo è diverso da altri e si dovrebbe fare un discorso soggettivo, ma generalmente, per recuperare dopo la sessione, sono necessarie dalle 24 alle 36 ore, poi potete dedicare altre 24-36 ore alla supercompensazione.
Per farla breve, significa far riposare un gruppo muscolare per almeno due giorni prima di lavorarlo nuovamente. Facciamo un esempio: allenando il petto il lunedì, la sessione successiva non dovrebbe essere prima di giovedì o venerdì, ricordando che quanto più velocemente siete in grado di recuperare e quanto siete in grado di allenarvi… dipende innanzitutto da una situazione soggettiva e poi anche dal livello di intensità della seduta. Più una seduta è intensa e maggiore dovrà essere il tempo dedicato al recupero e alla supercompensazione.
Alcuni atleti, riposano addirittura 7-10 giorni prima di allenare nuovamente quel dato gruppo muscolare, questo soprattutto durante il ciclo di massa, dovreste provare per credere.
Inoltre dobbiamo tenere presente che l’allenamento stimola indirettamente anche altri gruppi muscolari non coinvolti direttamente nei movimenti. Ad esempio i muscoli delle spalle, specialmente il deltoide anteriore, è sottoposto a un forte stress durante la sessione di allenamento del petto, su esercizi come la distensione su panca piana o inclinata e forse avrete notato, o magari capite adesso ancora meglio, il motivo per cui cercare di allenare intensamente le spalle il giorno successivo, spesso si traduce in una perdita di forza negli esercizi come il lento dietro e le distensioni con i manubri. Per questo è buona norma anche l’ottimale e giusto abbinamento dei vari gruppi muscolari da lavorare nella seduta.
Stessa medesima cosa per l’allenamento delle gambe e della schiena. Avete mai provato a fare gli esercizi di rematore con bilancere piegati in avanti o a fare gli stacchi da terra il giorno seguente ad un allenamento tutto per le gambe, dove avete eseguito delle serie di squat con bilancere?
Durante lo squat profondo i muscoli della parte bassa della schiena sono sottoposti a uno sforzo molto intenso e il giorno successivo non è possibile allenare duramente la schiena. Solitamente i gruppi muscolari più grandi (petto, schiena, spalle) necessitano di più riposo tra gli allenamenti di altri gruppi muscolari come bicipiti, tricipiti, polpacci e addominali.
Non esiste un tempo di riposo valido per tutti, così come fanno un po’ sorridere quelle persone che tengono il tempo (con il cronometro) tra una serie e l’altra… L’altleta maturo, dovrebbe scoprire da solo quando è il momento giusto per ripartire… come mi diceva sempre Federico: “chi meglio di te stesso sa ascoltare il proprio corpo”?
ALIMENTAZIONE
Per accelerare il processo di recupero dopo sessioni intense, è utile un buon programma di alimentazione e di integrazione, senza tralasciare l’importanza di rifornirsi di liquidi durante gli allenamenti. Se siamo in una stagione calda dovremmo bere da un minimo di 1 litro fino a 3 litri durante gli allenamenti.
Terminata la sessione, bevete un bicchiere di succo di frutta e magari un’ integrazione con aminoacidi, rifornisce i muscoli con una prima quantità di proteine (il nutriente essenziale dei muscoli). Ottima l’idea sarebbe forse quella di aggiungere un cucchiaio di creatina in polvere al succo di frutta, durante l’assunzione degli aminoacidi… Questa miscela accelererà il recupero ed entrambe ottimizzano l’assorbimento delle stesse.
Subito dopo l’allenamento, si dovrebbero assumere dei carboidrati a basso indice glicemico (pasta, riso integrale, patate, ortaggi), questi carboidrati, riempiranno le riserve di glicogeno nei muscoli e nel fegato. Aggiungete un cucchiaino di olio (extravergine di oliva) molto importanti per rifornire il corpo degli acidi grassi insaturi essenziali per la salute dell’organismo.
Mentre entro un’ora e mezzo dall’allenamento, si dovrebbe consumare un pasto ricco in proteine (pesce, carne rossa, pollame, uova) con una discreta quantità di carboidrati.
Un buon piano di alimentazione e integrazione a fine sessione, non aumenta solo il recupero, ma nutre anche il corpo delle sostanze energetiche e plastiche (di costruzione) di cui ha bisogno per migliorarsi, e quindi progredire.
Possiamo quindi affermare che i muscoli crescono dopo l’allenamento, ed il segreto sta nell’equilibrio tra frequenza di allenamento di un gruppo muscolare e il rispettivo riposo, con una particolare attenzione a non incorrere nel superallenamento, per un buon aumento della massa muscolare.
BUON ALLENAMENTO!

mercoledì 20 gennaio 2010

Pancia piatta=infinite quantità di addominali????NO!

E' un mito duro a cadere quello secondo il quale gli esercizi per gli addominali sarebbero il modo migliore per ottenere un addome piatto e definito.
In realtà gli esercizi da soli non consentono di bruciare abbastanza calorie per permettere una significativa riduzione del grasso addominale. Un addome grasso, anche se sostenuto da una robusta impalcatura muscolare, non potrà mai essere scolpito.
L'unico vantaggio che si può ottenere dall'allenamento selettivo di questi muscoli è la loro tonificazione, la quale contribuisce a formare un vero e proprio "corsetto naturale". Un addome più tonico, a parità di grasso corporeo, permette di ottenere una figura più snella e tonica, oltre a prevenire la lombalgia, e migliorare allo stesso tempo equlibrio e postura.
L'aspetto estetico è tuttavia influenzato da altri fattori ben più importanti dei semplici esercizi di tonificazione. Al primo posto, ovviamente, troviamo la genetica poiché gli addominali sono di per sé un muscolo molto sensibile a quanto scritto nel proprio codice genetico. Nella popolazione si possono infatti riscontrare numerose differenze, c'è chi ha addominali simmetrici e chi li ha assimetrici, così come c'è chi ha inserzioni muscolari più o meno profonde. La genetica influenza inoltre l'equilibrio ormonale, il metabolismo e la predisposizione o meno all'accumulo di grasso nella regione addominale. Tra i fattori che si possono controllare, al primo posto troviamo l'alimentazione, seguita a ruota dall'attività fisica, dallo stile di vita e dalla postura.
Ecco alcuni articoli per chi avesse voglia di approfondire l'argomento.

http://www.my-personaltrainer.it/allenamento/addominali-esercizi.html

http://www.my-personaltrainer.it/allenamento/addominali-salute.html

martedì 19 gennaio 2010

Dieta e falsi miti.....

Troppe persone pensano che mettersi a dieta sia una cosa facile, così si trasformano in dietologi di sè stessi,molto spesso dispensando consigli a destra e a manca contribuiscono a creare i cosiddetti "falsi miti"...Eccone alcuni dei più comuni:

Sono meglio i grissini del pane. Mangiare i grissini o i cracker al posto del pane quando si è a dieta non ha senso. A parità di peso, infatti, grissini e cracker contengono più calorie del pane. Per rendere più gradevoli questi prodotti secchi, vengono aggiunti zuccheri e grassi che non si trovano nel pane. Per fare andare d’accordo dieta e digestione, chi trova pesante il pane può scegliere quello con meno mollica. Fermenterà di meno e sarà quindi “leggero” come i prodotti secchi.

Esistono oli dietetici. L’olio (di oliva, ma anche di semi) è un grasso e come tale è molto ricco di calorie. Non esistono quindi oli dietetici, intesi come prodotti ipocalorici. Ci sono invece oli che vengono definiti dietetici perché sono integrati con delle vitamine. E’ meglio usare la margarina che il burro. La margarina viene prodotta a partire da oli vegetali che contengono acidi grassi polinsaturi migliori di quelli contenuti nei grassi di origine animale come il burro. I processi di lavorazione che permettono di solidificare e ottenere la margarina però, alterano questi acidi grassi rendendoli di scarsa qualità dal punto di vista nutrizionale. Nei piatti che richiedono condimenti solidi è quindi meglio usare il burro (sempre in piccole quantità), i cui grassi sono più “buoni” di quelli della margarina.
I surgelati non sono naturali. I prodotti surgelati che derivano da alimenti freschi (ad esempio verdure e pesce) sono ottimi
dal punto di vista nutrizionale e igienico. Le basse temperature non alterano il contenuto di principi nutritivi, vitamine e minerali. Il discorso è un po’ diverso per i piatti precotti che contengono grassi, utilizzati nella preparazione, e che quindi sono sempre ipercalorici.

Pane e pasta fanno ingrassare. E’ uno degli errori più diffusi, ma non è assolutamente vero che chi è a dieta deve evitare pane, riso e pasta. Zuccheri o carboidrati, infatti, costituiscono la principale fonte di energia dell’organismo e dovrebbero rappresentare più del 50% delle calorie introdotte ogni giorno. Se non se ne mangiano a sufficienza, l’organismo si affatica perché deve ricavarli da altre fonti. E in più, prima o poi arriva la voglia di zucchero, che spesso si traduce in un dolce magari fuori pasto o dopo cena, ben più rischioso per la linea di un piatto di pasta.
Ci sono formaggi magri. In realtà non esistono formaggi magri: i fiocchi di latte o la ricotta (prodotti a partire dal siero e non dal grasso del latte) ed i formaggi light ( privati di parte del grasso) contengono l’11-13% di grassi, almeno il doppio rispetto ad un piatto di pesce o di carne. I formaggi freschi (mozzarella, stracchino, crescenza) hanno circa il 20% di grassi. E con i formaggi stagionati (grana, parmigiano, taleggio, gorgonzola), la quota di grasso arriva anche al 35%.

La frutta non ingrassa mai. Certo, la frutta non contiene grassi ed è meno calorica di dolci e stuzzichini vari, ma contiene zuccheri. Mangiarne troppa, quindi, può introdurre troppe calorie. Il discorso vale per tutti i frutti e non solo per banane, fichi e cachi. Che fare allora? Mangiare 2-3 frutti al giorno è indispensabile, ma non bisogna esagerare: 4-5 frutti hanno le stesse calorie di un piatto di pasta e saziano di meno. Bisogna evitare il pesce grasso.

E’ vero che alcuni pesci, come il salmone, il tonno o lo sgombro, sono più grassi di altri. Tuttavia si parla sempre di contenuti moderati di grassi (al massimo 5-6%). E in più si ha a che fare con acidi grassi polinsaturi e con i famosi omega 3, sostanze utili per la salute di cuore e arterie. Niente paura, il pesce ha poche calorie ed è facilmente digeribile, quindi si al pesce anche tutti i giorni soprattutto quando si è a dieta. La cottura nel microonde fa male alla salute. Al contrario di quanto si pensa, la cottura al microonde è una delle migliori, perché permette di non utilizzare condimento. Inoltre, visto che i tempi di cottura sono brevi, il contenuto di vitamine e minerali degli alimenti non subisce alterazioni. I dolcificanti fanno male.

I dolcificanti artificiali, cioè la saccarina, l’aspartame e l’acetilsulfame non hanno calorie e, se consumati alle dosi indicate, non sono assolutamente dannosi per la salute. In ogni caso non è un obbligo usarli perché 1-2 cucchiaini di zucchero al giorno non sbilanciano le entrate caloriche anche di chi è a dieta.

fonte(http://www.humanitasalute.it/index.php/altro/dieta-a-alimentazione-mangiare-bene-e-senza-esagerare-per-restare-in-forma/2953-falsi-miti-delle-diete)

lunedì 18 gennaio 2010

Dieta metabolica????mah...

Oggi in palestra ho avuto modo di assistere ad un crollo fisico causato da dieta metabolica.....troppo bassa la dose di carboidrati assunta nella giornata,troppo stress fisico causato da un allenamento estremo...
La domanda che mi viene fatta più spesso ultimamente è cosa ne penso di questa dieta,premettendo che non sono ne un dietologo ne un nutrizionista mi sono andata a documentare sul web......ecco un pò di notizie utili a chi volesse intraprendere la dura strada della DIETA METABOLICA!



La dieta metabolica è stata sviluppata dal dott. Mauro di Pasquale ed è immediatamente diventata popolare, soprattutto nell'ambiente del body building dove la tecnica del carico/scarico dei carboidrati è impiegata da tempo nei periodi di definizione muscolare in vista delle gare, e in generale per perdere il grasso in eccesso preservando i muscoli.
Come funziona la dieta metabolica
La dieta metabolica si basa sul fatto che l'organismo, sottoposto a una dieta ipocalorica e povera di carboidrati, preleva l'energia da proteine e grassi per alcuni giorni, per poi iniziare ad intaccare le proteine muscolari, abbassando il metabolismo basale. L'idea è quella di sfruttare il dimagrimento indotto nei primi giorni da questo "chock" metabolico, e di reintegrare i carboidrati prima che insorga il catabolismo muscolare.La prima fase della dieta metabolica prevede un periodo di prova di circa 4 settimane, in cui il soggetto trova la quantità minima di carboidrati che gli consentono di evitare stanchezza, nausea, cefalee, ecc. In questa prima fase la dieta prevede 12 giorni di scarico (pochi carboidrati e molti grassi) seguiti da 2 giorni di ricarica (molti carboidrati). Secondo Di Pasquale un simile dieta "addestra" l'organismo a bruciare i grassi per soddisfare le proprie richieste energetiche. Se durante la fase di scarico ci si sente particolarmente stanchi, la dieta metabolica prevede un aumento graduale dell'apporto glucidico, fino alla scomparsa degli effetti indesiderati. Quando il soggetto si assicura di aver trovato la quantità ottimale di carboidrati, si passa alla seconda fase. Nella seconda fase della dieta metabolica l'organismo dovrebbe essere diventato un'efficiente macchina brucia grassi e, per mantenere tale caratteristica, occorre alternare 5 giorni di scarico a 2 giorni di ricarica. Nei cinque giorni di scarico verrà mantenuta la ripartizione calorica sperimentata con successo durante la fase di prova. Stesso discorso per la fase di carico.
I pro e i contro della dieta metabolica
La dieta metabolica porta all'estremo il concetto che una drastica riduzione dei carboidrati porta l'organismo in uno stato di deplezione del glicogeno che favorisce il consumo di grassi e quindi il dimagrimento. Il consumo di proteine al posto dei carboidrati garantisce una maggiore sazietà e fa credere al soggetto di "mangiare a sazietà" quando in realtà sta comunque mangiando poche calorie. I "pro" della dieta metabolica, se così si possono chiamare, finiscono qui.La diminuzione dei carboidrati così drastica (30 g al giorno) è molto lontana dai 180 g di glucosio che un soggetto di 70 kg deve assumere solamente per far funzionare al meglio cervello e organi interni. Questo comporta un continuo iperlavoro dell'organismo che deve ricavare glucosio dalle proteine e dai grassi, combustibili di serie B, che lasciano scorie da smaltire e forniscono energia in modo molto più lento. L'attività fisica di intensità medio-alta, con la dieta metabolica, è impossibile da praticare. Ma un corpo allenato ad attività di resistenza è una efficiente macchina bruciagrassi e non ha bisogno di strategie particolari per consumare calorie (basta praticare attività fisica). Consideriamo che un soggetto di 70 kg che corre 12 km consuma circa 850 kcal, 600 delle quali sono carboidrati, pari a 150 g: l'equivalente di un giorno intero di dieta metabolica di un sedentario.Non a caso la dieta metabolica ha avuto successo tra i body builder, che non necessitano del glicogeno muscolare per allenarsi, né bruciano una quantità considerevole di calorie. Per sopportare il disagio iniziale ci vuole forza di volontà, e chi non ne ha tende ad adottare continui aggiustamenti, consentiti nella fase iniziale, aumentando i carboidrati fino a vanificare ogni effetto della dieta metabolica.Durante i dua giorni di carica il soggetto non può di certo mangiare ciò che vuole. Per ricaricare il glicogeno muscolare è sufficiente un lauto pasto, se ne facciamo 4 (due pranzi e due cene) immagazziniamo sicuramente anche del grasso, vanificando l'effetto della dieta metabolica.La dieta metabolica, con un così ridotto apporto di carboidrati, limita drasticamente l'apporto di frutta e verdura, costringendo a una integrazione vitaminica e minerale, e a una carenza di fibre che alla lunga può portare seri problemi di stitichezza, diverticolite, per non parlare del maggior rischio di cancro all'intestino causato anche dall'abuso di carne.Concludendo, la dieta metabolica si basa su un concetto giusto, la riduzione dei carboidrati nella dieta a favore di proteine e grassi, e il concetto di deplezione del glicogeno come "boost" per il dimagrimento. Quello che è profondamente sbagliato nella dieta metabolica è il come si sfruttano questi concetti: il percorso giusto da fare è quello di ridurre di poco i carboidrati nella dieta e di aumentare l'attività fisica di resistenza. Questo approccio consente di mantenere una dieta equilibrata, un giusto dimagrimento e di conseguenza un corpo più efficiente e sano.

http://www.cibo360.it/alimentazione/dietologia/diete/dieta_metabolica.htm

calcolo consumo calorico nelle attività sportive

Navigando in internet si trovano anche siti come questo :http://www.paginainizio.com/service/calorie/calorie_consumo.htm che ci permettono di calcore quante calorie il corpo brucia a seconda dell'attività fisica che compie.....ovviamente il risultato è molto approssimativo,infatti il calcolo preciso delle calorie bruciate durante uno sforzo ci è dato da una serie di fattori;le ragioni che spiegano la differenza di dispendio energetico tra gli individui sono principalmente quattro:

PESO:più siamo pesanti più il nostro organismo consuma energia.é quasi una buona notizia per le persone in sovreppeso che bruceranno più calorie se praticano un'attività fisica rispetto a chi è in normopeso.

ETA':più s'invecchia più diminuisce il dispendio calorico

SESSO:un uomo brucia più di una donna anche a parità di peso

ALTEZZA

sabato 16 gennaio 2010

Perdere peso? E' questione di stile di vita!

La ricetta: dieta, sport e corretto stile di vita...

Molto spesso il concetto di persona magra non è utilizzato correttamente. La valutazione avviene con l’unico riferimento alle dimensioni ma, sicuramente, non e’ una questione di “volumi”.
Non si può certo dare del grasso ad un culturista al massimo della forma, come non si può affermare in termini assoluti che un uomo che indossa indumenti di piccola taglia sia per forza magro. Alla stessa stregua sono ridicole le tabelle che indicano il peso ideale con riferimento alla sola statura, senza considerare la struttura scheletrica e le masse muscolari. Ecco l’importanza dei valori di massa magra e massa grassa. E’ la percentuale di massa grassa che determina l’attributo di persona magra e non sempre vi è corrispondenza con la mole, infatti, portando un esempio riferito all’atletica, possiamo tranquillamente affermare che il velocista, che ha dimensioni e peso doppi rispetto al maratoneta, ha, tuttavia, una percentuale inferiore di massa grassa.
Essere in forma significa avere una giusta % di massa grassa, ma anche una appropriata, tonica ed armonica muscolatura. Con la sola dieta, anche se la più azzeccata, non potremo mai avere tutto questo, i pochi “eletti” che con la dieta sono riusciti a perdere peso sensibilmente (ma in modo duraturo?), hanno perso anche, anzi, soprattutto massa e tono muscolare, apparendo “flaccidi” e probabilmente con una % di massa grassa ancora troppo alta.
Dimagrire significa diminuire tale percentuale, non necessariamente calare di peso.
Con I’attività fisica, infatti, potremo perdere massa grassa e contemporaneamente aumentare quella magra, con eccellenti miglioramenti fisici, senza per altro che ci sia necessariamente una perdita di peso.
Il consiglio, per tutti coloro che vogliono migliorare la propria condizione, e’ quello di associare in modo costante e duraturo la dieta, intesa come alimentazione corretta, all’attività fisica.
E’ una questione di stile di vita, e’ la cultura del lavoro muscolare e del cibo sano ed appropriato. Per poterla perseguire nel tempo, non deve risultare un peso, una forzatura, ma, deve essere un’espressione di vita, dobbiamo sentirne il bisogno e riceverne gratificazione, deve, in parole semplici piacerci. Con i ritmi dì vita di oggigiorno, il lavoro, la famiglia è impensabile poter essere costanti nell’attività fisica e nella corretta alimentazione senza che tutto ciò non sia parte integrante di noi stessi, e senza che ne comprendiamo l’importanza.
(Fonte: http://www.vivailfitness.it/)

giovedì 14 gennaio 2010

Lo sport per vivere meglio

Parlare in maniera clinica di quanto sia importante fare sport risulterebbe noioso,dalla mia esperienza ho imparato che quello che la gente vuole sono consigli veri,non solo per avere il sedere più tonico o l'addome scolpito ma soprattutto per vivere meglio,avere meno problemi e meno pesantezza.
Io sono sicura al 100% che se tratti il tuo corpo con rispetto attraverso una buona alimentazione e la giusta dose di movimento,senza eccedere in nessun modo con diete estreme o allenamenti esasperanti,sicuramente potrai trovare un nuova armonia.
Un personal trainer ha il compito di invogliare ed insegnare;il cliente dovrebbe poter acquisire degli insegnamenti che porterà con sè nel tempo,non bisogna mai dimenticare che chi attua il cambiamento è la persona stessa!

"LO SPORT CONSISTE NEL DELEGARE AL CORPO ALCUNE DELLE PIU' ELEVATE VIRTU' DELL'ANIMO"(Giraudoux,lo sport 1924)